E’ crisi per la maratone italiane. Il movimento è fermo, i numeri del 2018 parametrati al 2017, già non eccezionale, sono fortemente negativi. La sintesi, subito: 55.990 i partecipanti italiani e stranieri nel 2018 contro i 58.171 del 2017. Una differenza in negativo di 2443 runner, pari al 4%. La maratona, in Italia, non esplode. 50 maratone contro le 52 dell’anno passato, sono state cancellate Lucca Marathon e La Piave Marathon e forse qualche altra piccolissima. E’ invece entrata, ma non verrà ripetuta quindi già la perdiamo, l’Eroica 15-18 che ha visto 894 finisher guadagnano la 14^ posizione.
Ben 26, più della metà, riportano il cerchiolino rosso di negative, ovvero con atleti classificati minori rispetto all’anno precedente. E’ crisi importante nelle maratone da top ten, mentre si soffre forse un po’ meno tra quelle in media classifica. Nel 2017 furono 11 le gare con più di 1000 arrivati, quest’anno sono state 13, i maratoneti si sono redistribuiti.
Si soffre tanto sul podio: Roma perde ben 1588 classificati pari al 11,7%, così come Firenze che perde 785 persone pari al 9,35% mentre crolla Venezia con 1049 perdite pari al 17,6% passando da 5961 a 4912. Vanno a compensarsi Verona e Treviso, ovvero le maratone che hanno ospitato il Campionato Italiano Master Fidal. Verona nel 2017 fece 2.708 e quest’anno ha perso 656 atleti. Stessi atleti che in primavera sono andati a Treviso. Nel 2017 a Treviso solo 801 finisher, quest’anno con il Camp. Ita sono stati 1442: + 641. Pari pari alla perdita di Verona. Si può dire che il Campionato master smuove almeno 600 persone. Campionato Ita Assoluto a Ravenna che ne beneficia e anche in questo caso si sale di 400 persone.
Milano è stabile a 5.500 arrivati e ha il segno ‘più’ davanti e nel 2019 sembra pronta a spiccare il volo, Reggio Emilia con 2458 arrivati è sempre un grande classico e sorpassa Verona andando in quinta posizione.
Colpaccio sul finire d’anno invece per Maratona di Pisa che dopo diversi anni stazionari al 10° posto balza al 7° posto e sale a 1713 classificati: + 422, pari al 32%. Un 20° compleanno festeggiato alla grande. Soffre ma regge tutto sommato Torino che potrebbe tornare ad avere grandi numeri e recitare da protagonista. Anche Parma va oltre i 1000 classificati dopo Treviso e sembra sempre più apprezzata.
Dopodichè tante tantissime gare con poche centinaia se non addirittura decine di partecipanti, con ogni probabilità aiutate a reggere economicamente da altre distanze previste quel giorno quali una mezza, una 30km oppure 10km.
Al di là di ogni singolo caso, per ognuna ci sarebbero tante giustificazioni da ponderare, quel che appare è che il movimento non cresce. Ricordiamo che in questi numeri vi sono anche i partecipanti stranieri, non solo gli italiani. Abbiamo le più belle città del mondo, la spettacolarità delle nostre città è unica eppure siamo sempre qui anno dopo anno a chiederci come mai non si fanno i numeri di Londra, Parigi, Berlino o New York.
Diverse le giustificazioni possibili, in primis il discorso del certificato medico e runcard che sono un vero semaforo rosso per gli stranieri. Tanti non riescono a farlo, non possono, non è previsto nel loro Paese, non esiste. E quindi dopo aver scoperto tutta l’italica burocrazia vanno a iscriversi sereni a Barcellona o Madrid o Vienna. I tanti organizzatori italiani si lamentano di questo, ma la Fidal sembra non sentirci. Però sia chiaro, si perdono milioni di euro. Sì milioni su milioni di indotto economico, di sponsor, di turismo e tanto altro.
Un’altra giustificazione di questi numeri in calo potrebbe essere che agli italiani piace sempre più viaggiare. Ecco che a New York Marathon si presentano in 3200 al posto di 3000 e a Siviglia in 2200 al posto che in 1600 del 2017. E in chissà quante altre gare europee ma non solo siamo la nazione con più partecipanti.
Il costo del pettorale troppo elevato, come spesso mi sento dire da tanti runner, a mio avviso non è una scusante così importante. Le grandi maratone le si può ‘comprare’ a 50-60 euro che credo sia un prezzo onesto visti i servizi e la qualità organizzativa mediamente buona. Poi con i vari ‘ambassador’ che girano, con i Black Friday, le offerte natalizie o di San Valentino ecco che le opportunità per avere una maratona a prezzo scontato ci sono eccome. E poi se il prezzo fosse ‘il problema’ non si giustificherebbero i tanti viaggi all’estero. Parigi o Londra o Berlino non sono poi così economiche…
Non apro il discorso del pacco gara. Costume tutto italiano, una guerra, meriterebbe un articolo a sé. Sicuro chi va all’estero non torna con il sacchettino della spesa come fosse andato alla Coop.
Quindi quali sono le reali giustificazioni di questo calo? La noia? Si va verso le mezze maratone più accessibili, divertenti, meno costose ed impegnative fisicamente. Oppure si scelgono i trail, gli ultra trail o addirittura i triathlon?
Ma maratoneti italiani che corrono…ce ne sono di più o di meno? A febbraio 2019 lo scopriremo con il MaxiMaratona edito da Correre e ne sapremo di più.
Quindi crollano solo gli stranieri?
E il 2019? A quanto pare…là in alto ci sarà rivoluzione perché…Roma sembra davvero messa male nell’incertezza organizzativa in cui vive, mentre Milano e Firenze potrebbero ambire alla medaglia d’oro, al primo posto tanto ambito. Le piccole soffriranno, i costi organizzativi sono sempre più alti.
Ma le varie DeeJayTen non dovevano aumentare i maratoneti con il passare degli anni? Tante domande…poche risposte. certo…56mila persone divise in 50 eventi sono davvero poche. Se ci pensiamo bene…è meno di uno stadio di calcio dove ogni domenica in decine di partite si fanno questi numeri.
Siamo davvero pochi!